Si chiama misuratore di glicemia, noto anche come glucometro o reflettometro, ed è un dispositivo sanitario che consente al paziente diabetico di essere autonomo per ciò che riguarda la misurazione della glicemia. L’automonitoraggio permette di tenere sotto controllo i valori e di adeguare in base a questi valori la terapia farmacologica. Questi apparecchi sono pratici e trasportabili ovunque e permettono in fatti di evitare la misurazione dei valori in laboratorio, garantendo una vita senza eccessive privazioni. Il controllo va fatto sempre a stretto contatto col medico. A lui andranno comunicati di volta in volta i valori registrati. Il gran vantaggio dei misuratori di glicemia è di prevenire episodi di ipo o iper glicemia, frequenti nei pazienti diabetici legati a terapie insuliniche.
Le regole base per l’utilizzo del misuratore di glicemia
La regola numero uno è che il glucometro serve per monitorare la glicemia, non per autodiagnosticare la patologia di diabete, la cui competenza spetta esclusivamente al medico competente. L’altra regola aurea è tenere traccia dei valori: la memoria non basta! Tenete con voi un quaderno dedicato. Ne esistono in commercio tipi ad hoc, disponibili anche presso gli studi medici e i laboratori. E non dimenticate di portarlo con voi a ogni controllo periodico. L’altra regola fondamentale riguarda il primo utilizzo. Questi strumenti garantiscono normalmente una grande precisione, ma l’eccezione che conferma la regola potrebbe sempre capitare. Ecco perché, per verificare l’attendibilità dell’apparecchio, è sempre buona norma confrontare i valori registrati dal misuratore con un’analisi svolta in laboratorio.
L’ultima parola al medico
Nella scelta del modello è sempre bene farsi guidare dal medico. Nella prima fase potrà accompagnare il paziente diabetico a effettuare correttamente le misurazioni iniziali. Basta poco per prendere dimestichezza. Quel che va tenuto presente attentamente sono poi eventuali terapie in corso: alcuni farmaci potrebbero interferire con i valori registrati dal glucometro. Prendiamo l’ossigenoterapia, o tutto ciò che ha a che vedere con maltosio, galattosio e polisaccaridi.Senza considerare eventuali interferenze con gli oligosaccaridi presenti nelle soluzioni perfusionali. La regola è sempre di leggere le istruzioni e le avvertenze del prodotto. Infine, attenzione alle modalità di utilizzo dei vari componenti del kit e alle scadenze delle strisce reattive, laddove si utilizzi questo modello.
Da cosa è composto il kit del lisuratore di glicemia
I misuratori di glicemia si basano su tre sistemi diversi, associati ad altrettante tipologie. A ciascuna di queste corrisponde un kit, a seconda del modello, oltre all’apparecchio in sé, ci sono delle lancette, un pungidito e delle strisce reattive. Vediamo nel dettaglio le diverse tipologie di misurazione, che suddivideremo in tre famiglie, a seconda del metodo utilizzato: il glucometro invasivo, il misuratore di glicemia non invasivo e i dispositivi basati su metodo non invasivo e continuo (o CGM).
Il misuratore di glicemia basato sul metodo invasivo
Nonostante sia il più invasivo, è il più utilizzato. “Invasivo” perché a ogni misurazione corrisponde un piccolo prelievo di sangue, da effettuare con il pungidito in dotazione. Le strisce reattive servono per la rilevazione dei dati. Rispetto alle tecnologie più moderne, grazie alle quali si evita questa piccola puntura, questo metodo viene ancora preferito perché ritenuto più affidabile. Ricordate di cambiare sempre le reattive, secondo le modalità indicate dal produttore. Oltre al misuratore e alle strisce reattive da utilizzare insieme al dispositivo, nel kit c’è anche un chip da sostituire quando la confezione è esaurita. Attenzione perché, come nel caso delle strisce, se non si osservano accuratamente le regole legate all’utilizzo di questi strumenti, la rilevazione del dato non è attendibile.
Il misuratore di glicemia basato sul metodo non invasivo
Nei misuratori di glicemia basati sul metodo non invasivo, si evitano sia il pungidito che le strisce reattive, perché la rilevazione avviene sulla base di sensori da collocarsi sul braccio. La lettura dei dati in questi casi è immediata. Sebbene sembri una tecnologia da preferire all’altra su descritta, molti pazienti non apprezzano il fatto che i sensori tendano a non aderire bene alla pelle.
Il misuratore di glicemia basato sul monitoraggio continuo
Il misuratore di glicemia basato sul monitoraggio continuo è il terzo metodo. Questo glucometro viene detto anche “impiantabile” o CGM e consiste in un controllo dinamico dei valori, diversamente dagli altri due che forniscono una fotografia statica del valore registrato al momento.
Qual è il momento migliore per misurare la glicemia?
Una regola fissa non c’è: sarà il medico di fiducia a consigliare il ritmo da rispettare per l’automonitoraggio della glicemia. In linea di massima i momenti per la misurazione sono prima dei pasti principali, cioè colazione, pranzo e cena e due ore dopo l’inizio degli stessi. Se si decide di svolgere attività fisica è meglio effettuare la misurazione prima: se il valore registrato non lo consente, sarà meglio rinviare.
Misurazione della glicemia e attività fisica
L’attività fisica è importante perché fa consumare glucosio nei muscoli, riducendo la glicemia. Inoltre aumenta la sensibilità insulinica: questo vuol dire che l’attività fisica consente di correggere una delle cause del diabete. E poi c’è il beneficio legato all’aumento del colesterolo HDL, cioè quello buono, riducendo anche la pressione arteriosa e migliorando molti fattori di rischio delle complicanze croniche. L’attività fisica adatta al paziente va scelta con il medico, che valuterà le condizioni del paziente legate all’età, alla possibilità di spostamenti per raggiungere la località dove si svolge (si pensi alla montagna o al mare), eventuali malattie concomitanti, oltre che eventuali complicanze del diabete. Ciò non toglie che basta una passeggiata quotidiana a ritmo veloce, di 30-40 minuti, per migliorare la situazione del paziente diabetico.
Misurazione della glicemia e guida
Oltre ai momenti della giornata significativi rispetto al regime alimentare o fisico, l’altra occasione per tenere sotto controllo il diabete è prima di mettersi alla guida dell’auto o della moto, perché possono verificarsi sbalzi improvvisi. Attenzione massima quindi. E poi ci sono i sintomi che devono far scattare un campanello d’allarme, come episodi di ipoglicemia o iperglicemia o malesseri sospetti. Il controllo va effettuato infine quando siano stati assunti nuovi farmaci, o modificata la posologia di quelli già assunti, così come in occasione di un nuovo regime alimentare. Il “diario della glicemia” già ricordato può essere molto utile anche per appuntare eventuali stati di malessere.
La lettura dei dati dei misuratori di glicemia
L’interpretazione dei dati dipende dal modello utilizzato. I parametri nei quali sono espressi i valori sono: “g/l”, “mg/dl” o “mmol/l”. Attenzione ai modelli che consentono di switchare da un parametro all’altro, perché se non ci si accorge di averlo modificato la lettura è chiaramente falsata. Alla base delle misurazioni ci sono i principi enzimatici, che determinano le tipologie di glucometri. Sono tre: misuratori di glicemia basati su glucosio ossidasi (GOD), su glucosio deidrogenasi (GDH) e a colorazione di glucosio ossidoreduttasi (GlucDOR). Attenzione che la la tipologia di strisce reattive utilizzare sia compatibili con la tecnologia indicata sull’apparecchio.